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CORSO
DI AGGIORNAMENTO PER DIRETTORI SPORTIVI 2005
per
gentile concessione del
Dottor Mario Migliolo
Medico sportivo
Docente presso la facoltà di Scienze Motorie dell’Università
di Firenze
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“Gli
zuccheri nella dieta del ciclista”
I
glucidi sono la fonte principale di energia per l’organismo.
Si distinguono:
• Monosaccaridi (o zuccheri semplici): glucosio, fruttosio,
galattosio
• Disaccaridi: saccarosio, lattosio e maltosio
• Polisaccaridi (o glucidi complessi): amidi, maltodestrine,
cellulosa, pectine e glicogeno.
La velocità con cui i glucidi vengono assimilati viene espresso
dall’indice glicemico.
La somministrazione di glucidi può essere utile prima, durante
e al termine di una prestazione fisica.
Prima di una prestazione, fino a 60/90 minuti, può essere
utile l’assunzione di una piccola dose di glucidi a basso
indice glicemico, che, assorbiti lentamente, non determinerà
uno sbalzo della glicemia a riposo. Non sarà necessario ricorrere
ad “integratori a basso indice glicemico”: sarà
sufficiente mangiare un frutto (fruttosio).
Durante lo svolgimento della gara si assoceranno carboidrati ad
alto indice glicemico a acqua e sali. La presenza di carboidrati
ad alto indice glicemico (glucosio o maltodestrine) facilita l’assorbimento
dell’acqua: si potrà frazionare l’introduzione
di una bevanda con concentrazione di zuccheri compresa fra 4 e 8%,
ogni 15 minuti.
Al termine di una prestazione di lunga durata si dovranno reintegrare
le riserve di glicogeno muscolare e ciò si otterrà
assumendo glucidi con modalità differenziate: glucidi ad
alto indice glicemico subito dopo la prestazione purché in
piccole dosi; ciò consentirà di fornire rapidamente
glucosio al muscolo ancora metabolicamente attivo (saldo del debito
di ossigeno) senza richiedere sforzi digestivi. Successivamente,
al primo pasto completo, si assumeranno glucidi a medio-basso indice
glicemico (pastasciutta, riso, pane, patate….).
Come abbiamo visto, i glucidi vengono scelti sulla scorta della
caratteristica, specifica per ciascuno di essi, definita “INDICE
GLICEMICO”: ma cosa rappresenta questo valore numerico? E
perché è così opportuna la sua conoscenza nella
dietologia dello sport?
Tutti i cibi per essere utilizzati dall’organismo, devono
essere scissi fino ad ottenere glucosio. La velocità di conversione
in glucosio è detta "indice glicemico", più
tale indice è elevato più uno zucchero sarà
rapido e viceversa, ad un basso indice glicemico corrisponderà
uno zucchero lento, come parametro di riferimento al glucosio è
stato dato un valore di 100. Quando mangiamo un alimento ricco di
zuccheri, i livelli di glucosio nel sangue aumentano progressivamente
man mano che si vanno digerendo e assimilando gli amidi e gli zuccheri
in esso contenuti. La velocità con cui il cibo viene digerito
e assimilato cambia a seconda dell'alimento e del tipo di nutrienti
che lo compongono, dalla quantità di fibra presente e dalla
composizione degli altri alimenti già presenti nello stomaco
e nell'intestino durante la digestione. Questo fenomeno viene misurato
tramite l'Indice Glicemico (IG). Esso classifica quindi i cibi in
base alla loro influenza sui livelli di zucchero nel sangue (glicemia)
e riguarda i cibi ad alto contenuto di carboidrati. I cibi ad alto
contenuto di grasso o di proteine non hanno un effetto immediato
sulla glicemia (come invece accade per i carboidrati semplici o
complessi), ma ne determinano un tardivo incremento prolungato (3-4
ore, ad opera della gluconeogenesi epatica da AA gluconeogenetici).
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Ora sappiamo che gli zuccheri semplici non fanno salire la nostra
glicemia più rapidamente di quanto non facciano alcuni
carboidrati complessi. Naturalmente, gli zuccheri semplici sono
semplicemente calorie e quindi devono essere minimizzati per questa
ragione. I carboidrati ad alto IG possono dar luogo a conseguenze
importanti nel controllo del diabete e dell'obesità. In
primo luogo l'aumento rapido dei livelli di glicemia provoca la
secrezione di insulina in grande quantità (o richiede un
aumento di quella somministrata dall'esterno), però siccome
le cellule non possono assorbire adeguatamente tutto il glucosio,
si attiva il metabolismo dei grassi cominciando a trasformarli
in tessuto adiposo. Il nostro codice genetico è stato programmato
in questo modo per permettere di sopravvivere meglio ai periodi
di scarsità di cibo. In una società come la nostra,
non tutte le riserve di grasso vengono utilizzate e noi diventiamo
obesi. Inoltre, tutta l'insulina secreta provoca un rapido utilizzo
di tutti gli zuccheri presenti nel torrente circolatorio ed assorbiti
dal tubo gastroenterico, e due o tre ore dopo lo zucchero nel
sangue si esaurisce e rischiamo di passare ad uno stato di ipoglicemia.
Quando questo succede, il funzionamento del nostro corpo e del
nostro cervello non è più ottimale, e sentiamo la
necessità di mangiare nuovi alimenti. Se mangiamo molti
carboidrati per fronteggiare la fame causata dall'ipoglicemia,
generiamo una nuova secrezione di insulina, entrando in un circolo
vizioso.
Molti
risultati sugli IG sono risultati sorprendenti. Ad esempio le
patate al cartoccio hanno un IG considerevolmente più alto
di quello delle zollette di zucchero. Sono stati finora misurati
gli IG di circa 300 cibi ricchi in carboidrati. Il segreto è
mangiare pochi di quei cibi con alto IG e una quantità
maggiore di cibi con indice basso. Gli IG sono percentuali calcolate
in base ad un cibo di riferimento. Qui sono calcolate con riferimento
al pane bianco. In altre parole, sulla scala di riferimento, il
pane bianco è uguale a 100 (scala generalmente utilizzata
negli USA). Se si moltiplica l'IG di questa scala per 0,7 si converte
l'IG a quello di una scala in cui il glucosio è uguale
a 100. Non tutti i carboidrati sono inoltre uguali. Alcuni si
dissociano velocemente durante la digestione provocando un repentino
innalzamento della glicemia verso livelli pericolosamente alti.
Questi sono i cibi con IG più alto. Altri carboidrati si
dissociano più lentamente e rilasciano glucosio più
gradualmente e si dice abbiano IG più basso. Prima dello
sviluppo dell'IG, gli studiosi ritenevano che il nostro corpo
assorbisse e digerisse gli zuccheri semplici rapidamente, e ciò
producesse rapidi incrementi dei livelli di glicemia.
Indici glicemici di alcuni alimenti
Tutti i valori riportati (eccetto quelli annotati) sono basati
su circa 80 studi presi dalla letteratura scientifica internazionale.
Molti cibi sono stati eliminati dalla lista originale, perché
riportavano molti alimenti non reperibili in Italia. Per comodità,
sono stati messi in ordine crescente di valore. In questa lista
il pane bianco è l'alimento di riferimento ed ha quindi
un valore pari a 100. Questo perché è un cibo tipico
ed è più vicino alla realtà quotidiana rispetto
al classico glucosio, che viene usato solo in studi scientifici.
Per calcolare l'IG rispetto al glucosio basta moltiplicarlo per
0,73. La tabella è aggiornata al luglio del 1997.
|
|
ALIMENTO |
I.D. |
ALIMENTO |
I.D. |
Yogurt
a basso tenore di grassi dolcificato con aspartame |
20 |
Farina
d'avena galletta
|
79 |
Fagioli
di soia in scatola |
20 |
Biscotti
da té |
79 |
Noccioline
|
21 |
Succo
di frutta mista |
79 |
Fagioli
di soia |
25 |
Pop-corn |
79 |
Crusca
di riso |
27 |
Muesli |
80 |
Fagioli
rossi |
27 |
Mango |
80 |
Ciliege
|
32 |
Uva
sultanina |
80 |
Fruttosio
|
32
|
Patate
comuni bianche bollite |
80 |
Piselli
secchi |
32
|
Riso
integrale |
81 |
Cioccolato
al latte dolcificato con aspartame |
34 |
Patate
novelle |
81 |
Fagioli
marroni |
34
|
Riso
bianco |
83 |
Pompelmo
|
36 |
Riso bianco, alti amidi |
83 |
Lenticchie
rosse |
36
|
Pasticcio
di carne |
84 |
Spaghetti
arricchiti di proteine |
38
|
Pizza
al formaggio |
86 |
Latte
+ 30g di crusca |
38 |
Zuppa di piselli |
86 |
Latte
intero |
39 |
Hamburger bun |
87 |
Fagioli
secchi comuni |
40 |
Farinata di fiocchi di avena |
87 |
Salsicce
|
40 |
Gelato |
87 |
Lenticchie
comuni |
41 |
Barrette di muesli |
87 |
Fagioli
|
42 |
Patate confezionate |
87 |
Lenticchie
verdi |
42 |
McDonald's Muffins |
88 |
Fagioli
Neri |
43 |
Sciroppo di mais ad alto tenore di fruttosio |
89 |
Latte
di Soya |
43 |
Biscotto di pasta frolla |
91 |
Albicocca
|
44 |
Uva passa |
91 |
Piselli
bolliti |
45 |
Pane di segale |
92 |
Latte
scremato |
46 |
Maccheroni al formaggio |
92 |
Fettuccine
|
46 |
Saccarosio/zucchero di canna |
92 |
Yogurt
a basso contenuto di grassi, dolcificato con zucchero della
frutta |
47 |
Timballo |
93 |
Segale
|
48 |
Cous-cous |
93 |
Orzo
|
49 |
Pane di segale, alte fibre |
93 |
Cioccolato
al latte senza zucchero |
49
|
Cocomero
|
93 |
Vermicelli
|
50 |
Patate al vapore |
93 |
Yogurt
standard |
51
|
Cordiale
all'arancia |
94 |
Pere
fresche |
52 |
Ananas |
94 |
Succo
di mela |
53 |
Semolino |
94 |
Spaghetti
|
53 |
Gnocchi |
95 |
Mela
|
54
|
Cornetti
(croissant) |
96 |
Pastina
Star |
54 |
Nocciole |
96 |
Polpa
di pomodoro |
54 |
Fanta |
97 |
Pane
d'orzo |
55 |
Mars barrette |
97 |
Ravioli
|
56 |
Pane di frumento, alte fibre |
97 |
Spaghetti
cotti per 5 min. |
58 |
Frittella |
98 |
All-Brain
|
60 |
Crema di frumento |
100 |
Pesca
fresca |
60 |
Biscotti di frumento |
100 |
Arancia
|
63 |
Purea di patate |
100 |
Pere
in scatola |
63 |
Carote |
101 |
Zuppa
di lenticchie in scatola |
63 |
Pane bianco di frumento |
101 |
Cappellini |
64 |
Crackers |
102 |
Maccheroni
|
64 |
Melone |
103 |
Linguine
|
65 |
Panino |
104 |
Riso
rapido bollito per 1 min. |
65 |
Miele |
104 |
Lattosio
|
65 |
Patate bollite schiacciate |
104 |
Pan
di Spagna |
66 |
Corn chips |
105 |
Uva
|
66 |
Panino ripieno |
106 |
Succo
d'ananas
|
66 |
Patate fritte |
107 |
Pesche
in scatola |
67 |
Zucca |
107 |
Riso
parboiled |
68 |
Cialde |
109 |
Piselli
verdi |
68 |
Wafers alla vaniglia |
110 |
Riso
parboiled, alti amidi |
69 |
Dolcetti di riso |
110 |
Succo
di pompelmo |
69 |
Galletta tipo colazione |
113 |
Cioccolato
|
70 |
Ciambella salata |
116 |
Pane
di segale |
71 |
Patate al microonde |
117 |
Gelato
a basso contenuto di grassi |
71 |
Cornflakes |
119 |
Tortellini
al formaggio |
71 |
Patate al forno |
121 |
Crusca
con uva sultanina |
74 |
Patatine fritte croccanti |
124 |
Succo
d'arancia |
74 |
Riso, parboiled, basso amido |
124 |
Lenticchie
verdi in scatola |
74 |
Riso bianco, basso amido |
126 |
Kiwi
|
75 |
Riso soffiato |
128 |
Torta
comune |
77 |
Riso istantaneo bollito per 6 min |
128 |
Patate
dolci |
77 |
Pane di frumento senza glutine |
129 |
Special
K Kellog's |
77 |
Glucosio |
137 |
Banana |
77 |
Maltodestrine |
137 |
Grano
saraceno |
78 |
Tavolette di glucosio |
146 |
Cereali
dolci |
78 |
Maltosio |
150 |
Spaghetti
|
78 |
Tofu frozen dessert |
164 |
Riso
integrale (brown) |
79 |
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ALTRE
FONTI
E’
a questo punto evidente come si possano applicare queste conoscenze
alla scelta dei cibi che forniscono carboidrati necessari all’approvvigionamento
dei depositi di glicogeno necessari per la prestazione sportiva.
In particolare si privilegeranno carboidrati a Indice Glicemico
maggiore laddove si vuole un rapido incremento glicemico (come in
gara) e, al contrario, ad Indice glicemico inferiore quando si vorrà
favorire il deposito glicogenico (pasto prepara). |
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AGGIORNAMENTO
- “GLI INTEGRATORI”
Quando
si parla di integrazione e di supplementazione alimentare ci si
riferisce a sostanze naturali presenti fisiologicamente nell’organismo
e introdotte di norma con la dieta. L’apporto alimentare abitudinario
può risultare insufficiente o non adeguato in relazione allo
svolgimento dell’attività sportiva, soprattutto durante
il corso di competizioni impegnative e nella successiva fase di
recupero. L’integrazione può costituire pertanto una
effettiva necessità, ma può anche rappresentare una
fonte di insidia, una “zona grigia” del fenomeno doping,
in quanto il confine fra integrazione lecita ed illecita è
assai sottile, tanto da risultare difficile la sua definizione.
Già la formulazione del termine "reintegro" è
da alcuni considerata di per sé poco chiara. Essa fa riferimento
al fatto che molti operatori sanitari e tecnici evidenziano la necessità
che gli atleti debbano essere opportunamente "reintegrati"
di quelle sostanze biologiche che hanno perso durante il training
o la performance.
Ciò può avvenire sia con i mezzi naturali dell’atleta,
che con delle integrazioni specifiche: è proprio su queste
ultime che si manifestano le più evidenti difformità
di giudizio, anche se le basi fisiologiche di partenza sono le stesse.
Infatti, durante l’esercizio fisico vengono consumate varie
sostanze biologiche, anche ormonali, il che non può certo
rappresentare un valido motivo per potere somministrare, ad esempio,
testosterone, ormone somatotropo od altro ancora agli atleti.
Pertanto, sarebbe auspicabile che medici, nutrizionisti ed operatori
sanitari in genere impegnati nella gestione sanitaria degli atleti,
valutassero attentamente l’opportunità e la necessità
reale di prescrivere una integrazione della razione alimentare dei
loro assistiti.
Prendiamo in considerazione i prodotti commercializzati ed indirizzati
alla popolazione praticante sport a vari livelli:
|
|
Tabella
1 - (da Kris - Etherton 1989)
|
Sostanza
ergogenica |
Composizione
|
Effetto
reclamizzato |
POLLINE
D'APE |
Miscela
di saliva di ape, nettare di piante e polline |
Aumenta
la quantità di energia, migliora la forma fisica |
LIEVITO
DI BIRRA |
Sottoprodotto
della lavorazione della birra |
Aumenta
la quantità di energia |
CARNITINA
|
Composto
sintetizzato dall'organismo a partire dal glutammato e dalla
metionina |
Migliora
l'efficienza cardiovascolare e la forza muscolare, ritarda il
senso di fatica e riduce il dolore muscolare |
COLINA
|
Precursore
del neurotrasmettitore "acetilcolina" |
Migliora
le prestazioni |
RNA,
DNA |
Acido
ribonucleico e desossiribonucleico |
Rigenera
i tessuti |
GELATINA |
Sostanza
ottenuta dal collageno |
Migliora
la contrazione muscolare |
GINSENG
|
Estratto
di radice di ginseng |
Protezione
dei danni tissutali |
GLICINA |
Aminoacido
precursore della fosfocreatina |
Migliora
la contrazione muscolare |
INOSINA |
Purina
|
Migliora
la forza |
KELP |
Alghe,
erbe marine |
Fonte di minerali e di vitamine |
LECITINA |
Fosfatidilcolina |
Previene
l'accumulo di grasso |
OCTACOSANOLO |
Alcool
estratto dall'olio di germe di grano |
Fornisce
energia e migliora le prestazioni |
ACIDO
PANGAMICO |
Detta
anche vitamina B-15. Di composizione varia a seconda del fornitore |
Aumenta
la forza |
PAPPA
REALE |
Prodotta
dalle api operaie per nutrire la regina |
Aumenta
la forza |
SPIRULINA
|
Alghe
microscopiche verde blu |
Fonte
di proteine |
SUPEROSSIDO
DISMUTASI |
Enzima
|
Protezione
dell'organismo dai danni derivanti dall'ossidazione cellulare
prodotta dal metabolismo aerobico |
|
|
Gli
integratori dietetici comprendono una vasta e differenziata gamma
di prodotti (minerali, vitamine, nutrienti energetici, estratti
vegetali, aminoacidi, ecc. commercializzati in genere al fine dì
migliorare le condizioni di salute e/o di prevenire l’insorgenza
di specifiche condizioni patologiche.
Nel mondo dello sport questa particolare categoria di prodotti ha
mostrato, negli ultimi anni un rapido e considerevole incremento
di interesse in considerazione della possibilità di indurre
un miglioramento della prestazione sportiva.
Oggi il fenomeno della produzione e commercializzazione degli integratori
dietetici destinati alla popolazione sportiva sta assumendo dimensioni
considerevoli con ottime prospettive future di ulteriore espansione
del mercato.
Di pari passo si è verificata un’altrettanto considerevole
“esplosione” di lavori e di pubblicazioni scientifiche
a sostegno delle varie molecole, di volta in volta presentate dalle
aziende produttrici.
Tuttavia, di fronte a questa vasta produzione scientifica, non sempre
i dati ottenuti dai vari ricercatori sono in accordo tra loro e,
altrettanto spesso, molti lavori pubblicati non hanno superato positivamente
il vaglio di una rigorosa verifica della metodologia utilizzata
e dei risultati ottenuti.
In tal senso vale la pena ricordare il lavoro svolto per conto della
Comunità Europea da un gruppo internazionale di esperti che,
sotto la guida di F. Brouns, M. Williams e di W. H. M. Saris hanno
esaminato un’ampia parte della bibliografia disponibile, sottoponendola
ad una scrupolosa analisi scientifica.
Tuttavia, va considerata l’eventualità che non tutti
i risultati delle ricerche inerenti l’uso di questi prodotti
siano stati pubblicati, e che quindi possano realmente sussistere
delle basi razionali, ma eticamente discutibili, per un loro uso
al fine di migliorare la prestazione sportiva.
Quando si parla di integratori della razione alimentare degli atleti
spesso compare il termine ergogeni con il quale si intende: “qualsiasi
sostanza o mezzo in grado di aumentare il lavoro”.
M. H. Williams (1989) classifica gli ergogeni in cinque gruppi:
1 - meccanici; 2 - psicologici; 3 - fisiologici; 4 - farmacologici
e 5 - nutrizionali.
Molti ergogeni farmacologici sono in realtà sostanze contenute
normalmente negli alimenti (caffeina, carnitina, creatina, ubidecarenone,
aminoacidi, ecc.) commercializzate come estratti o sintetizzate
industrialmente.
La differenza principale, rispetto agli apporti alimentari realizzati
attraverso il consumo normale dei vari cibi, sta soprattutto nei
dosaggi comunemente utilizzati nelle prescrizioni farmacologiche
di queste sostanze, vere e proprie megadosi, sulla cui liceità
ed innocuità a lungo termine per la salute degli atleti esistono
pareri discordanti e dubbi, a volte, più che legittimi.
Sebbene molte sostanze contenute negli alimenti vengano assunte
dagli atleti e dalle atlete a fini ergogenici, non sono molte le
ricerche in grado di comprovarne scientificamente un reale beneficio
sulla prestazione sportiva, anche quando consumati a dosi elevate.
Gli integratori possono essere catalogati anche in base agli effetti,
reali o presunti, reclamizzati dalle case produttrici, distinguendoli
nel modo seguente:
•
- per aumentare il peso corporeo e le masse muscolari, in particolare;
• - per aumentare la forza muscolare;
• - per favorire la produzione di energia;
• - per favorire il metabolismo lipidico;
• - per favorire il recupero, dopo l’attività
sportiva.
Già
da questo sintetico, e pertanto solo parziale, inquadramento del
problema si può facilmente constatare quanto vasto e complesso
sia l’argomento degli integratori alimentari; di conseguenza
è necessario valutare con estrema attenzione la grande massa
di avvisi pubblicitari che quotidianamente si rivolgono agli atleti,
spesso con messaggi fuorvianti ed a volte privi delle necessarie
basi scientifiche, dettati esclusivamente da un mero interesse commerciale.
Moltissime sono le sostanze che, nel corso degli anni, sono state
proposte agli atleti, nella speranza, il più delle volte
vana, di migliorarne il rendimento atletico.
Come già detto l’elenco sarebbe assai lungo ed una
analisi dettagliata dei singoli composti richiederebbe una ancora
più lunga trattazione.
Tuttavia, può essere utile riportare, a puro titolo esemplificativo
gli schemi tratti da Kris Etherton e da Williams, che si riferiscono
solo ad alcune delle sostanze ergogeniche, usate e proposte per
gli atleti, di cui, per alcune non è stata ancora provata
scientificamente l’efficacia nel migliorare la prestazione
sportiva (tabella 1 e 2). |
|
Tabella
2 - (da Williams 1993, modificata)
|
Integratore
nutrizionale
|
Uso
proposto, effetti reclamizzati |
Dati
scientificamente accertati sugli effetti nei praticanti attività
sportiva (PAF). |
PROTEINE
|
Apporto
proteico necessario allo sviluppo muscolare, aumento di peso. |
Non
vi sono prove valide per sostenere che gli integratori proteici
siano più efficaci delle fonti proteiche naturali (cibi
proteici); il fabbisogno proteico di un PAF può variare
da 1.5 a 2.0 g di proteine per Kg di peso corporeo, ed è
facilmente ricavabile dalle fonti proteiche normalmente presenti
in una dieta sana, ad esempio, carni magre, latte scremato,
proteine presenti negli alimenti vegetali. |
ARGININA,
LISINA, ORNITINA |
Stimolano
il rilascio dell'ormone della crescita (GH) e dell'insulina;
promuovono la crescita della massa muscolare. |
Possono
stimolare il rilascio del GH; tuttavia non è stato dimostrato
un effetto ergogenico nei PAF del GH da solo; le ricerche non
evidenziano effetti sullo sviluppo della massa muscolare o della
forza. |
CREATINA
|
Aumenta
la fosfocreatina nei muscoli; aumenta le riserve di energia
e stimola la crescita muscolare. |
Ricerche
preliminari indicano un aumento della potenza in attività
brevi e di elevata intensità; aumenta il peso corporeo
per incremento delle proteine contrattili o dell'acqua. |
INOSINA
|
Aumenta
la sintesi dell'ATP; aumenta la forza; facilita il recupero. |
Non
esistono studi validi che documentino un effetto ergogenico
sui PAF. Sono necessarie ulteriori ricerche per documentarne
l'efficacia come fattore utile in grado di ridurre il peso nei
PAF. |
ESTRATTI
GHIANDOLARI: SURRENE, IPOFISI, TESTICOLI |
Aumentano
la funzionalità delle ghiandole corrispondenti. |
Non
esistono studi validi che documentino un effetto ergogenico
nei PAF. |
VITAMINA
B12
|
Migliora
la sintesi del DNA; aumenta la crescita della massa muscolare. |
Le
ricerche non evidenziano alcun effetto sull'aumento della massa
muscolare e della forza nei PAF. |
VITAMINE
ANTIOSSIDANTI: C,E,BETA-CAROTENE |
Prevengono
i danni muscolari derivanti dai processi ossidativi indesiderati
che si verificano in seguito a contrazioni muscolari eccentriche
di alta intensità. |
I
dati scientifici discordano, sono necessarie ulteriori ricerche
per documentarne la reale efficacia nel prevenire danni muscolari
nei PAF. |
CARNITINA
|
Aumenta
il trasporto degli acidi grassi nei mitocondri per l'ossidazione;
facilita la perdita di massa grassa. |
Non
esistono studi validi che documentino la perdita di peso o un
effetto ergogenico nei PAF. |
CROMO
|
Potenzia
l'azione dell'insulina, promuove lo sviluppo muscolare attraverso
un aumento della captazione degli aminoacidi. |
I
dati scientifici discordano, ma le ricerche metodologicamente
più corrette non mostrano effetti sulla composizione
corporea o sulla forza nei PAF. |
BORO
|
Aumenta
i livelli sierici di testosterone; aumenta lo sviluppo della
massa. |
Le
ricerche indicano che non ci sono effetti sui livelli sierici
del testosterone, la massa corporea magra o la forza nei PAF. |
MAGNESIO
|
Aumenta
la sintesi proteica o la contrattilità muscolare; aumenta
la crescita muscolare o la forza. |
Dati
scientifici di incerta interpretazione, ma, in genere, non in
grado di confermare un effetto ergogenico nei PAF. |
TRIGLICERIDI
A CATENA MEDIA (MCT) |
Aumentano
la termogenesi; favoriscono la perdita di grasso. |
Non
sono disponibili studi validi che documentino un effetto ergogenico
nei PAF. |
ACIDI
GRASSI OMEGA-3 |
Stimolano
il rilascio dell'ormone della crescita (GH). |
Non
sono disponibili studi validi che documentino un effetto ergogenico
nei PAF. |
GAMMA
ORIZANOLO |
Aumenta i livelli sierici di testosterone e di ormone della
crescita; aumenta la crescita muscolare. |
Non
sono disponibili studi validi che ne documentino un effetto
ergogenico nei PAF. |
SMILAX
|
Aumenta
i livelli sierici di testosterone; aumenta la crescita muscolare
e la forza. |
Non
sono disponibili studi validi che ne documentino un effetto
ergogenico nei PAF. |
|
I
prodotti dietetici sono utili ed, alle volte, insostituibili presidi
terapeutici ed in quanto tali necessitano di un uso ragionato, oculato,
dettato esclusivamente da reali esigenze terapeutiche, sostenute
da opportune conoscenze e verifiche scientifiche, senza nulla concedere
ai richiami della pubblicità od alle lusinghe di improbabili
effetti miracolistici, o di più o meno reali effetti dopanti.
I medici, e tutti gli operatori sportivi in genere dovrebbero conoscere
meglio le effettive possibilità offerte da alcuni innocui
e leciti interventi sulla alimentazione degli atleti, per migliorare
il rendimento sportivo. Contemporaneamente dovrebbero avere anche
maggiore fiducia nelle loro possibilità di intervento sui
processi di allenamento e nelle capacità fisiologiche e psicologiche
degli atleti, e non sperare che qualche prodotto “nuovo”
od “esotico” possa far compiere miracoli e fare conquistare
medaglie.
Solo un corretto programma di allenamento, sorretto da una attenta
e costante valutazione clinica e funzionale dell’atleta, può
produrre i dovuti adattamenti fisiologici in grado di esaltare e
far esprimere a pieno le potenzialità genetiche degli atleti.
Il ricorso a “prodotti alimentari farmacologici” con
l’intento di migliorare la prestazione atletica va dunque
scoraggiato in quanto è assai improbabile che tale prodotto
esista realmente e, quand’anche esistesse, il suo uso sarebbe
eticamente scorretto e quindi illecito, anche se il prodotto non
è compreso nell’elenco delle sostanze dopanti.
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